Dal 2019 mi occupo della segreteria con un contratto part-time. Vivo in campagna con tre cani, mi prendo cura di mia mamma anziana e delle mie figlie ora adulte. Sono padrona del mio tempo, libera di desiderare, scegliere, decidere. E questa libertà – la libertà che nasce dall’autonomia – è una sensazione meravigliosa.
C’è voluta un’esperienza realmente trasformativa, una malattia grave, un tempo inatteso di cure forzate, uno spazio per riflettere – per la prima volta senza vincoli, liberamente – sulla mia vita. Ho deciso di cambiare tutto, di sciogliere dei nodi e riannodare dei fili, di mettere al primo posto la mia serenità.
Mi sono separata da mio marito, perché continuare una relazione che mi aveva reso invisibile agli occhi delle persone che amavo, avvilita in un lavoro domestico ripetitivo e scontato, accanto a un uomo che non perdeva occasione per litigare, discutere, alzare i toni, era diventato insopportabile.
A 55 anni, senza un soldo perché non avevo più lavorato da quando mi avevano licenziata 8 anni prima, mi sono tuffata verso la libertà con una determinazione che non mi conoscevo, ma che era tutta mia.
Ho bussato alle porte della cooperativa EVA. Che si sono aperte. Ora sono qui, felice.